


La procedura si svolge in sala operatoria, in anestesia generale e l’accesso alla lesione avviene attraverso la laparotomia (il tradizionale taglio chirurgico) o la laparoscopia. Un’ecografia intraoperatoria conferma la non resecabilità della neoplasia, esclude la presenza di metastasi ed individua il punto esatto in cui eseguire il trattamento. Sotto guida ecografica viene introdotto nella massa un ago apposito che, collegato ad un generatore di onde elettromagnetiche, aumenta la temperatura all’interno del tumore fino a 90°, distruggendo così le cellule tumorali circostanti.
In questo modo si può ottenere una riduzione significativa della quantità di tessuto vitale neoplastico. Un residuo di malattia soprattutto a ridosso dei vasi e del duodeno viene sempre lasciato. Il tentativo di trattare interamente la massa comporta un notevole aumento dei rischi di complicanze anche gravi (emorragia, trombosi venosa, sanguinamento duodenale).
Alla radiofrequenza può essere necessario associare una procedura chirurgica derivativa (by-pass biliare e/o gastrico) con lo scopo di risolvere complicanze legate alla neoplasia stessa, come l’ittero o l’ostruzione duodenale, eventi che si verificano soprattutto in caso di tumore localizzato alla testa del pancreas.
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Ecografia intraoperatoria: permette la corretta definizione dello stadio del tumore e dei suoi rapporti con le strutture vicine. Permette inoltre la misurazione del volume utile a stabilire il tipo di ago, il grado di apertura degli uncini e la durata del trattamento |
Ecografia intraoperatoria: l’utilizzo del mezzo di contrasto permette, in alcuni casi, di valutare meglio il grado di vascolarizzazione della massa tumorale e i confini | ![]() |
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Ecografia intraoperatoria: dopo il trattamento l’ecografia (con l’eventuale ausilio del mezzo di contrasto) permette di valutare l’area trattata |
È fondamentale precisare che la termoablazione (radiofrequenza) non rappresenta la cura definitiva della malattia ma costituisce una parte del trattamento. La radiofrequenza infatti, non riuscendo a trattare tutta la lesione neoplastica, deve essere necessariamente completata, quando possibile, dalla RT e/o CT post-operatorie.
Nella nostra esperienza i risultati ottenuti con questo protocollo terapeutico sembrano, per molti pazienti, decisamente superiori alla sola associazione CT+RT. Siamo quindi incoraggiati a proseguire su questa strada per confermare l'effetto della radiofrequenza sul decorso della malattia neoplastica. A tal proposito, grazie anche alla collaborazione con numerosi colleghi, soprattutto oncologi, di molti centri italiani, stiamo studiando e ricercando tutte le implicazioni e applicazioni che questa nuova metodica sembra avere nel trattamento del carcinoma del pancreas.
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TAC addome pre-operatoria: esempio di neoplasia dell’istmo pancreatico |
TAC addome post-operatoria: area colliquata alla testa pancreatica dopo intervento di radiofrequenza | ![]() |