La radiofrequenza, una nuova metodica già diffusamente applicata nei tumori non operabili localizzati al fegato, alla prostata ed al polmone, viene da noi utilizzata nei tumori del pancreas localmente avanzati. Il termine “localmente avanzato” definisce una neoplasia in assenza di metastasi che, per le sue dimensioni, la sua sede o la infiltrazione di strutture vicine, non risulta asportabile chirurgicamente in modo radicale. Prima dell’introduzione della radiofrequenza, una volta ottenuta una diagnosi citologica (mediante agoaspirato ecoguidato) il nostro ruolo di chirurghi si esauriva indirizzando il paziente ad un Centro Oncologico per eseguire una combinazione di Radioterapia e Chemioterapia (RT/CT) al fine di controllare la crescita locale della neoplasia e nella speranza di una riduzione volumetrica della massa che permettesse, in un secondo momento, l’asportazione chirurgica, evento che si verificava, purtroppo, in un esiguo numero di casi. Utilizzando questa nuova metodica abbiamo invece l’opportunità di intervenire chirurgicamente anche in pazienti non candidati alla resezione; lo scopo infatti della radiofrequenza è quello di ridurre, tramite una tecnica più invasiva ma più efficace, la massa tumorale (citoriduzione).
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